martedì 13 maggio 2008

All'amato se stesso dedica queste righe l'autore

Quattro.
Pesanti come un colpo.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio."

Ma uno
come me
dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è apprestata una tana?

S'io fossi
piccolo
come il Grande Oceano,
mi leverei sulla punta dei piedi delle onde,
con l'alta marea carezzando la luna.
Dove trovare un'amata
uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!

Oh, s'io fossi povero!
Come un miliardario!
Che cos'è il denaro per l'anima?
Un ladro insaziabile si annida in essa.
Sll'orda sfrenata dei miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie.

S'io fossi balbuziente
come Dante
o Petrarca!
Accendere l'anima per una sola!
Ordinarle coi versi di struggersi in cenere!
E le parole
e il mio amore
sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente,
senza lasciar traccia, vi passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.

Oh, s'io fossi
silenzioso
come il tuono,
gemerei,
stringendo con un brivido il decrepito eremo della terra.

Se urlerò a squarciagola
io
con la mia voce immensa,
le comete toccheranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto sulla malinconia.

Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
se fossi
appannato
come il sole!
Che bisogno ho io
di abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrato della terra!

Passerò,
trascinando il mio enorme amore.
In quale notte
delirante
malaticcia,
da quali Golia fui concepito,
così grande
e così inutile?


Vladimir Majakovskij

3 commenti:

ciro ha detto...

davvero bello il video!

uniroma.tv ha detto...

Pierpaolo Capovilla porta in scena il progetto Eresia, omaggio alla poesia di Majakovskij. Al seguente link trovate l'intervista al leader del gruppo "Il teatro degli orrori".http://www.uniroma.tv/?id_video=18351

Anonimo ha detto...

Heаvy ѕmοkers theѕe days fіnԁ quittіng veгy tough.


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