domenica 10 agosto 2008

Ora là, nella casa romita....

Eh si, è san Lorenzo.....
mi riporta a immagini del passato, la cosa bella è che mi ricordo di diversi san lorenzo, ma non dell'ultimo... ci sarà un perchè? Forse si. Davanti a me, qualche giorno di vacanza, fondamentalmente non prevista, alle spalle una giornata divertente, forse di più, bello perchè tutto improvvisato, organizzazione saltata e riorganizzazione immediata, perchè c'è da dire una cosa, quest'anno le amicizie ce le siamo scelte coi controcoglioni, abbiamo coltivato rapporti con gente che merita, e ne andiamo orgogliosi. Sono diventato un contadino, coltivo Isirros, quando mi riesce, e ne vado orgoglioso, altre volte coltivo inquietudini, ma pare faccia parte del gioco, e ce lo teniamo. Nel frattempo aggiungiamola sta poesia che so due giorni che ce l'ho per la testa:
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!


Cosa fa l'ingegnere quando coltiva inquietudini? Scrive, sul suo quadernetto, sui fogli che poi piega, fondamentalmente forse aveva ragione Goethe, ozia! "lo scrivere è un ozio affaccendato" egli diceva; io, essere fondamentalmente pigro, mi crogiolo nel mio ozio, il mio ozio rupestre, il mio ozio bucolico, il mio ozio da coltivatore di sorrisi.

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